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Monastero Mater Carmeli Biella
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Avvento 2006

Maria ci conduce sulle orme del Figlio. Appunti di pellegrinaggio.

Vegliare nell'attesa della Sua venuta. Butta l'occhio sul binario giusto... sei ancora in tempo!

avvento.jpgIl tempo di Avvento è tempo di attesa. Attesa di Colui che deve venire, che vogliamo che venga. Noi desideriamo, vogliamo che Dio venga nella nostra vita, nella nostra storia.

Proprio perché vogliamo, attendiamo.

Non ci si ferma lungo il binario ad attendere il treno che deve arrivare, se non si ha intenzione di salire o se non si sta attendendo qualcuno che arriva.

L’Avvento è per noi, qui al Carmelo, come per ciascuno di voi, la decisione di intraprendere un viaggio e di mettersi perciò sul binario giusto per la partenza; è allo stesso tempo attesa di Qualcuno che viene, ma per accoglierlo,occorre mettersi sul binario giusto dove il “treno” si fermerà.

Ascoltiamo quanto lo Spirito vuole suggerirci per disporci a questa”partenza”, per disporci a questa “accoglienza”.

Nel cercare di animarci in questo viaggio di Avvento inoltrato prendiamo a modello Maria, la Madre del Carmelo.

La dolce armonia dell’attesa in lei è evidente. Non ha fatto cose eclatanti per attirare l’attenzione di Dio, piuttosto ha lasciato che Dio compisse “cose grandi” in lei.

Maria si è scelta la parte migliore: Maria ha scelto l’ascolto, Maria si è fatta ascolto e la Parola che è stata da lei accolta, in lei si è fatta carne.

Noi abbiamo la Scrittura: Parola viva per noi nell’oggi!

  • Camminare lungo il binario di una Parola ascoltata quotidianamente: questo potrebbe essere una risoluzione forte!Parola ascoltata, letta, ruminata…
  • E per far questo occorre il silenzio interiore: ecco un’altra dimensione in cui si è immersa la vita di Maria.

Ascolto, silenzio… ma per far cosa?

Per arrivare ad aprire la porta a Colui che viene:Ecco sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io entrerò, cenerò con lui ed egli con me, dice il libro dell’Apocalisse.

Cos’è l’Avvento per una carmelitana, per ciascuno di voi, se non questo tendere l’orecchio, riconoscere Chi è che bussa alla porta?

Possiamo rischiare anche noi di dover dire: “non c’è posto”, come gli albergatori di Betlemme, se la nostra casa interiore è strapiena di “ospiti” che sembrano “pagarci” di più.

  • Lasciamo che questo sia il tempo anche delle priorità: chi desidero accogliere, chi desidero avere come ospite unico?
  • Lasciamo che attraverso l’ascolto della Parola ci si aprano sentieri di nuova comprensione e non abbiamo paura di buttare fuori ciò che ci ingombra.

Noi sappiamo che l’attimo presente è ricco di grazia, cioè di incontro speciale con un Dio che parla ora e che non si ripete, perché sempre creativo.

Cogliamo dunque l’opportunità di iniziare una dieta particolare in questo Avvento, non lasciamo appesantire il cuore con dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita.

Tutto ciò ci porta a vivere fuori da noi stessi…vivere da “dissipati” è vivere sprecando il calore vitale del nostro cuore lasciandolo evaporare in cose che non restano, vivere in perenne stato di ubriachezza è stordirsi la testa per non pensare, per non essere noi stessi; vivere travolti dagli affanni della vita vuol dire aver dato più peso al relativo che all’Unico necessario e arrivare così di fronte agli eventi sempre con il fiatone, incapaci di un pensiero rilassato, di un respiro pacato.

Questa sia la nostra “deliberazione finale” di questo Avvento inoltrato: il desiderio forte, sentito, di fare la volontà del Padre.

“Il mio cibo è fare la volontà del Padre”:il mistero dell’Incarnazione ci pone davanti Maria che “mangia” la volontà del Padre e poi così, con la stessa volontà del Padre alimenta il Figlio.

Cerchiamo di cogliere questa opportunità di vigilare attentamente comportandoci da uomini saggi, profittando del tempo presente (Cf Ef 5,15-17), riconoscendo che nella volontà del Padre è la nostra gioia, più che in ogni altro bene.

Continueranno ad esserci momenti in cui dentro di noi questa volontà di Dio stride con il nostro pensiero, con le nostre aspettative…arriva il buio nella nostra terra interiore e il grido “perché?” sembra salire al cielo inascoltato. Cosa fare?

Fermiamoci. Respiriamo profondamente nello Spirito. Ritorniamo alla lucidità mentale che la fede ci comunica: “io credo perché voglio credere “(Paolo VI ).

 

Forti in comunione di preghiera,

le vostre Sorelle Carmelitane

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