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Monastero Mater Carmeli Biella
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Come in uno specchio

Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più fortunato del reame? Vite appannate. Vite soppresse. Vite spezzate. Vite adagiate.
Chi sono i morti e chi sono i vivi?
Non saremo forse noi i morti sotto le macerie dell’indifferenza che riesce ancora a far capolino nonostante la drammaticità degli eventi?
L’orizzonte finisce dietro casa, abitato da notizie sempre nuove che riempiono il piccolo spazio del nostro cortile.

Senso di soffocamento. Senso di impotenza.
È l’effetto della multimedialità che si abbatte pruriginosa sui nostri vissuti, comunicandoci sensazioni intense di dolore e di sbigottimento di fronte a tragedie immani.

Salvare ad ogni costo qualcuno: è la parola d’ordine di questi giorni di emergenza haitiana.
Salvare ad ogni costo: la natura non può prendere il sopravvento, noi possiamo farcela, ora che il disastro si è verificato, noi uomini possiamo far vedere che tutta la nostra apparecchiatura di soccorso può fare qualcosa.
Tante spinte positive, tante intraprendenti iniziative, ma poi ecco di nuovo il conto … quante vite non salvate!

Il pensiero si annebbia, la testa gira.
Perché? Perché tanto dolore?
Perché tante sofferenze su persone già sofferenti?
Il cuore è bloccato tra sensazioni ghiacciate, come sono ghiacciati gli alberi sulla collina.
La brina della notte è rimasta lì ,ferma sui rami, sulle foglie , imbrigliando il paesaggio in un freddo abbraccio. Tutto è fermo, irreale come rischia di diventare irreale il paesaggio di Haiti.

La tragedia dell’altro è il mio specchio. Se scappo davanti a quell’immagine riflessa sto scappando da me stesso.

Ma la tragedia è anche specchio di vuoti esistenziali che mi porto dentro.
Chi sono io? Da dove vengo e dove sto andando?
Sono frutto del caso, del destino oppure c’è un filo logico che conduce la mia esistenza al di là e oltre l’assurdità di tante situazioni?

Specchio delle mie brame, dimmi la verità almeno tu!
Riflettimi pure la mia immagine piena di dubbi e di incertezze, forse così mi sentirò spronato a scendere nel fondo del mio cuore per cercare quel Sole che può scaldarmi e sciogliere la brina dai miei rami.

Così scaldato da questo Sole, che mai si spegne, potrò intuire cose mai comprese, segreti arcani mi saranno svelati: siamo parte di un corpo nel quale se un membro soffre tutte le membra soffrono insieme; un Corpo armonioso dove la mano non può fare a meno del piede, dove la sinergia è vita anche nel dolore.

Fratelli e sorelle di Haiti, ora che la vita sembra essersi spenta per voi vi sentiamo ancora di più nostri fratelli perché il non senso della vostra morte ci ha condotti a dare luce al non senso della nostra vita .

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa: l'augurio è di saper vedere faccia a faccia quel Dio che passa sulle nostre strade, il Figlio di Giuseppe che non ha notorietà né pregi ai nostri occhi, ma che può sconvolgere la nostra vita se ci aggrappiamo al lembo della sua veste invece che spingerlo sul ciglio del burrone... Signore Gesù passa in mezzo a noi e rimani con noi!

Le Sorelle Carmelitane

 
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